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IL NOSTRO CAPITANO : 17 ANNI D'AMORE SOLO JUVE!!!!
sabato 11 settembre 2010 12:51:35
TORINO, 11 settembre - Diciassette anni. Una lunga avventura iniziata il 12 settembre del 1993 e destinata a proseguire. E' quella di Alessandro Del Piero con la maglia della Juventus. Il capitano festeggerà domani i 17 anni con la 'Vecchia Signora' e, attraverso il suo sito internet', spiega i suoi ''17 buoni motivi'' «per cui vale la pena essere parte di questa lunga storia».

«Diciassette anni, tanti ne sono passati dal mio debutto in serie A con la maglia della Juventus -scirve Del Piero-. Ecco diciassette motivi per festeggiare questo “compleanno”. Ecco diciassette motivi (scelti tra mille) per cui vale la pena essere parte di questa lunga storia».
 
17) Indossare la maglia bianconera per la prima volta, e non perché l’avevo comprata in una bancarella…

16) Indossare la maglia bianconera per la seconda volta, la terza, la quarta, la seicentotrentasettesima volta e...

15) Ascoltare i tifosi cantare: “Io di te non mi stanco, sarò sempre al tuo fianco, sei la cosa più bella che c’è… Alessandro Del Piero olè” (musica tratta dalla colonna sonora de “La stangata”, parole della curva della Juventus).

14) Per la rabbia, per le lacrime. Dopo una sconfitta, dopo un infortunio. Dopo “l’infortunio”: 8 novembre 1998. Mi ha cambiato, mi ha migliorato.

13) Essere stato co-protagonista di questo inizio di telefonata: “Buongiorno Alessandro, come va, è già sveglio?”. “No, veramente stavo ancora dormendo”. “Bene, allora è il momento che si alzi”. Erano le sei del mattino. Dall’altra parte della cornetta c’era l’Avvocato.

12) Seguire con lo sguardo il lancio lungo di Alessandro Orlando, poi smettere di guardare la palla e andare d’istinto con l’esterno destro, al volo, e metterla sotto il sette scavalcando il portiere: 4 dicembre 1994, da 0-2 a 3-2, con il mio gol che sancisce la rimonta.

11) Segnare il gol che vale il titolo di campioni del mondo per club: 26 novembre 1996, Tokyo, 1-0 all’ottantaduesimo contro il River Plate.
 
10) Per la mia maglia. Me la sono sudata. Non l’ho mai abbandonata. Il mio nome scritto sopra, solo il mio, da quando esistono le maglie con i nomi… Sono arrivato al momento giusto!

9) Per il 5 maggio 2002.

8) Giocare con Antonio, Gianluca, Roberto, Moreno, Fabrizio, Michelangelo, Ciro, Angelo, Giancarlo, Andrea, Dino, Sergio, Jurgen, Paulo, Didier, Zinedine, Filippo, David, Nicola, Massimo, Alessio, Luca, Vladimir, Attilio, Pietro, Christian, Alen, Raffaele, Michele, Edgar, Manuel, Mauro, Marcelo, Mark, Igor, Lilian, Gigi, Pavel, Fabio, Paolo, Stephen, Zlatan, Puma, Claudio, Jonathan, Emanuele, Patrick, Giorgio, Diego, Ama, Cristiano, Alexander, Hasan, Zdenek, Vincenzo, Cristian, Momo, Sebastian, Alberto, Simone e tutti gli altri....

7) Per i ventinove scudetti.

6) Per tutte le coppe.

5) Segnare il gol numero 200 con la Juve. Segnarlo contro il Frosinone. Ed essere orgoglioso di averlo segnato contro il Frosinone, in serie B.

4) Per Gaetano Scirea, per quello che significa, per la Juventus e per chi ama il calcio.

3) Per Giampiero Boniperti, per quello che significa, per la Juventus e per me.

2) Per non dimenticarmi mai da dove sono partito. E grazie a chi sono arrivato fino qui.

1) Per la Juventus di ieri, di oggi. E soprattutto di domani.
scritto da bruno, in eventi
Gossip di Mercato da TUTTOSPORT.com
sabato 4 settembre 2010 12:36:51

BASTAVANO, si fa per dire, 31 milioni entro la fine di maggio per acquistare Dzeko. C’era, infatti, una clausola che permetteva a qualunque club avesse voluto acquistare il bomber bosniaco (ieri in gol con la sua nazionale contro il Lussemburgo) di farlo senza trattare con l’ostico Dieter Hoeness, dg del Wolfsburg. La Juventus non l’ha sfruttata: troppo poco tempo per la nuova dirigenza per organizzare un’operazione così onerosa e così condizionante per tutto il mercato. Andrea Agnelli è diventato presidente il 19 maggio, Marotta si è insediato poco dopo. La scelta di non spendere subi­to 31 milioni ha due ragioni: la prima legata la fatto che si sarebbe bruciato in un colpo solo una parte importante del budget, la seconda al fatto che acquistando subito Dzeko ci si metteva nelle condizioni di avere una posizione debole nelle trattative per le cessioni, in primis quella di Diego. E poi Marotta sapeva di avere dalla sua la volontà del giocatore che aveva già rifiutato il trasferimento al Manchester City. Il club di Mancini, infatti, si era presentato a Wolfsburg con i fatidici 31 milioni entro il 31 maggio, ma aveva incassato il no del giocatore che aveva vanificato l’utilizzo della clausola. A quel punto, scaduti i termini, il Wolfsburg ha riacquisito il potere e ha iniziato un incredibile catenaccio, rifiutando tutte le offerte della Juventus.

PAZZINI - Pazzini poteva andare alla Juventus in questa sessione di mercato? Sì, ma era un’operazione molto complicata. O, meglio,“delicata” come delicato è il rapporto fra Beppe Marotta e il suo ex datore di lavoro Riccardo Garrone, che non per nulla aveva dichiarato: «Pazzini alla Juve? Nemmeno per cento milioni». In realtà per prendere Pazzini ne sarebbero bastati 20/25, soprattutto dopo l’eliminazione della Samp dalla Champions League, ma la Juventus nell’ultima settimana d’agosto non aveva a disposizione quella cifra (per scelta della proprietà) e l’ultimo assalto al bomber blucerchiato è sfumato.

DIEGO - Sostiene Diego: «La Juventus mi ha venduto al Wolfsburg perdendo un sacco di soldi». Il riferimento è al fatto che la cessione è avvenuta per poco meno di 16 milioni (più eventuali bonus) al cospetto dei 24,5 pagati solamente un anno prima. Peccato che alla minusvalenza ha contribuito non poco lui stesso. La sua incompa­tibilità con il 4-4-2 di Del Neri aveva suggerito fin dai primi giorni di mercato la cessione a Marotta. La classe, indiscutibile, del giocatore aveva invece instillato dei dubbi nella dirigenza bianconera. Di fronte a questo bivio, Marotta e Del Neri avevano concordato la linea: di fronte a una buona offerta il brasiliano sarebbe stato ceduto. In un primo momento, Diego era stato in­serito nelle trattative con il Wolfsburg per Dzeko. Ma la voce di un Diego in vendita era circolata in Germania e, a un certo punto, era giunta alle orecchie di Felix Magath, allenatore dello Schalke 04 che aveva mandato un emissario a Torino, proprio pochi giorni dopo il blitz di Hoeness in corso Galileo Ferraris (blitz andato male perché l’offerta era stata valutata troppo bassa). Lo Schalke per Diego ha avanzato un’offerta di 18 milioni, che corrispondeva alla richiesta di Marotta, ma l’affare non si è chiuso. Perché? Perché nel frattempo il padre di Diego era volato a Wolfsburg per trattare l’ingaggio del figlio con Hoeness e trovando di fatto un accordo. Diego, quindi, ha detto di no allo Schalke e ha messo la Juventus in una posizione debole nella trattativa con il Wolfsburg.

BORRIELLO - È stato uno dei no più clamorosi del mercato, anche perché pronunciato a poche ore dalla chiusura delle liste e perché ha innescato una scatenata operazione della Roma che, in poche ore, ha ottenuto il via libera da Unicredit e poi è andata a chiudere l’affare sul filo di lana entusia­smando in modo incredibile l’ambiente giallorosso. E deludendo il popolo juventino che non ha capito il perché della mancata conclusione dell’affare da parte di Marotta. Lunedì mattina l’accordo fra Juventus e Milan, nato nella notte di domenica, era cosa fatta. Si trattava di trovare l’intesa con Borriello. Una cosa apparentemente facile, visto che il giocatore era scontento al Milan e voleva andare via a tutti i costi. L’accordo fra Juve e giocatore però non si trova. Da corso Gali­leo Ferraris trapela: Borriello voleva essere acquistato a titolo definitivo e voleva quattro milioni di euro di ingaggio. Due condizioni impossibili per la Juventus (che sulla punta ha altri progetti per il futuro e vuole contenere gli ingaggi). Eppure da quanto emerso dall’accordo con la Roma nessuna di queste due richieste è stata esaudita. I giallorossi hanno infatti preso in prestito il giocatore e nel comunicato ufficiale hanno dichiarato uno stipendio ben più basso rispetto ai quattro milioni (all’incirca 2,5 netti).

DI NATALE - Presa la decisione di vendere Diego, Beppe Marotta ha subito pensato al sostituto e gli è venuto in mente Fabio Qua­gliarella. Eppure è andato su Di Natale. Folle? No, il prezzo chiesto dal Napoli per Quagliarella era di oltre venti milioni e Di Natale si poteva chiudere per sette. In una campagna acquisti, che ha dovuto fare i con­ti con un budget tagliato dalla mancata qualificazione in Champions, sono differenze che contano. Eppure Marotta non perde di vista Quagliarella e, quando sa che il Napoli tratta la cessione del giocatore con il Rubin Kazan sulla base di 15 milioni, gli torna l’acquolina in bocca. Solo che nel frattempo sta trattando Di Natale. Anzi ha già l’accordo con l’Udinese. Ma, appena percepisce i tentennamenti di Di Natale, mette subito un piede nella trattativa per Quagliarella. Tutto in una notte, quella fra il 25 e il 26 agosto: Marotta ottiene la formula del prestito, poi discute la cifra.

scritto da bruno, in juve e co
Per non dimenticare mai...ciao Gaetano
venerdì 3 settembre 2010 15:26:50
21 anni fa, il 3 settembre 1989, un incidente d'auto in Polonia si portava via Gaetano Scirea. La Juventus ricorda l'uomo, il campione e il simbolo bianconero sul sito ufficiale del club: «Un campione straordinario, ma prima ancora un gentiluomo. Un esempio per tutti: compagni, avversari, tifosi. La grandezza di Gaetano Scirea non può essere raccontata solo attraverso le sue gesta sul campo, le statistiche e i successi, perché questi sono figli non solo della classe, ma anche di quel carattere, riservato ma forte, che gli ha permesso di farsi amare da tutti gli appassionati di calcio del mondo. Sul campo poi, era un leader indiscusso, il signore della difesa bianconera, che ha blindato per 552 partite, durante le quali, pur essendone l’ultimo baluardo, non ha mai subito una sola espulsione. Con la Juve ha vinto Sette scudetti, due Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea e una Coppa Uefa. Un Palmares immenso, come il suo talento. Gaetano è scomparso il 3 settembre 1989, esattamente 21 anni fa, in un incidente automobilistico in Polonia, dove si era recato per visionare i futuri avversari della sua Juve, della quale era allenatore in seconda, vice del suo amico Dino Zoff. E quest’anno, quando la Juve in Polonia farà ritorno, per giocare in Europa League contro il Lech Poznan, il pensiero correrà nuovamente al grande "Gai", all’eleganza con con cui vestiva la maglia bianconera e nuovamente, grazie a lui, ci sentiremo ancor più orgogliosi di essere juventini».
Immagini allegate
      
scritto da sergio, in juve e co

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